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Ben ritrovati, 

In questi giorni nel mondo musulmano si festeggia l'Eid al Adha, la festa del sacrificio e la fine dell'Haji, il pellegrinaggio alla Mecca che ogni buon musulmano deve fare una volta nella vita. 

Per l'occasione, ho deciso di raccontarvi la storia del dipartimento della luna crescente. E lo faccio grazie al collega Andrea Marinelli. L'altro giorno in redazione stavo scrivendo un blocchetto per la newsletter curata dalla Redazione Esteri America-Cina proprio su questo tema. E Andrea mi ha chiesto "ma quando inizia esattamente Eid? Google dice una data e tu ne hai scritto un'altra". Allora ho iniziato a raccontargli della luna e di come Ramadan ed Eid inizino, a volte, in momenti diversi in luoghi diversi.Lui si è incuriosito - è un curioso di natura, per sua fortuna - e mi ha detto "dovresti raccontare questa storia". E così eccoci qui. 

Nella seconda parte si parla invece dei diritti delle donne egiziane. Lo abbiamo scritto spesso qui: a fronte delle aperture e della modernizzazione che la rete e la globalizzazione impongono, i governi anche più autoritari come quello di Al Sisi (ma penso anche alla situazione in Afghanistan o in Iraq) pur aprendo alle donne limitano costantemente la loro libertà nella vita quotidiana. L'ultima mossa in Egitto è una proposta di legge che, se approvata, dicono le attiviste, riporterebbe la società egiziana indietro di centinaia di anni. Inquietante.Tanto quanto i tentativi di distrazione di massa, come mi racconta l'amico Farid Adly (a proposito iscrivetevi alla sua rassegna stampa Anbamed  che è davvero prezioso dei media egiziani che, essendo ormai quasi del tutto controllato dal governo, cercano di distogliere l'attenzione da Domande Ben Più Importanti con storie una meta between the pruriginoso e il Conservatore. Il tema riguarda l'Egitto ma non solo. Perché finchè alle donne Sarà concesso tariffa Qualcosa e non Sarà Riconosciuto per diritto il diritto, nulla potra davvero Cambiare. SIA Che in Europa o nel Medio Oriente.

Infine vi lascio un consiglio di lettura, l'ultimo libro di uno studioso, Gilles Kepel, che ho avuto l'onore di incontrare e intervistare e che è un profondo conoscitore del mondo arabo e ottomano. Assolutamente da leggere perché analizza, tra le altre cose, l'egemonia della Turchia di Erdogan in Medio Oriente. Un'espansione politica, culturale e militare che ha un impatto enorme sulle vite di tutti noi.  

Buona tazza del (rigorosamente freddo), con la speranza di ritrovarsi presto.
Il dipartimento della luna crescente
 

L'Arabia Saudita ha annunciato che la festa musulmana dell'Eid al Adha è iniziata martedì 20 luglio. Lo ha deciso il dipartimento per l'avvistamento della luna crescente, secondo quanto riportato dall'agenzia di stampa ufficiale saudita "Spa".

Ma perché esiste questo dipartimento? Il problema è che, secondo il Corano, la Luna nuova deve essere vista perché gli imam possano dare il via ai festeggiamenti di Eid (e stesso principio vale per il Ramadan). Quindi, nonostante sia sufficiente Google per scoprire il giorno esatto, quella data è in realtà molto teorica, perché ogni comunità deve aspettare l'annuncio ufficiale dalle autorità religiose di riferimento. 

La luna è parte integrante della cultura islamica.e una falce di luna si trova sulle bandiere di molte nazioni islamiche. Ma non solo. Gli archeologi hanno trovato prove che il culto della luna era diffuso in tutto il Medio Oriente nei tempi antichi. Statue, iscrizioni geroglifiche, santuari e numerose tavolette di argilla riportano questo stesso simbolo. I sumeri, i babilonesi, gli accadi e gli antichi arabi seguivano rituali pagani di adorazione del dio della luna. Nel Vicino Oriente antico, il dio sole era la divinità maschile e la luna la femmina. Insieme, le loro figlie erano le stelle. Gli antichi arabi, invece, consideravano il dio lunare, uno dei loro tanti dei, una divinità maschile. Il signore della Ka'aba, Hubal, era un dio della luna.La Ka'aba è il luogo in cui i musulmani identificano la presenza di Dio e dove possono adorare Allah, il Dio supremo. La Ka'aba ha la falce di luna sul tetto e, secondo alcuni esperti musulmani, esiste da 400 anni prima del profeta Maometto. Questo potrebbe spiegare perché c'è una falce di luna usata come simbolo centrale dell'Islam ed è in cima a ogni moschea in tutto il mondo.

Oggi che le comunità islamiche sono dato diffuso in tutto in modo, che regola le meccanismo di osservazione lunare festività islamiche così soggettivo fa sì che, tra l'una e l'altra, possa esserci una differenza nell'inizio del digiuno o dei festeggiamenti di Eid anche di giorni.Ma è anche possibile che nello stesso territorio non ci sia ogni anno una data condivisa, con ovvi problemi all'organizzazione quotidiana dei festeggiamenti. 

Stefano Bigliardi, professore di filosofia alla Al Akhawayn University di Ifrane, Marocco, ha descritto il dibattito in merito nel suo libro  La mezzaluna
e la Luna dimezzata – Islam, pseudoscienza e paranormale 
(Cicap, 2018). Come specifica Bigliardi, in questo caso non ci troviamo nell'ambito pseudoscientifico, ma siamo in presenza di quella vasta zona grigia che occupa lo spazio tra fede e ragione. In linea di principio, si potrebbe calcolare l'inizio del Ramadan o dei festeggiamenti di Eid per i prossimi secoli, come si fa con la Pasqua.Questo perché l'astronomia, a cui tra l'altro la cultura islamica ha contribuito, ha permesso di prevedere ogni novilunio. Molti imam, però, ritengono che il Corano non ammetta scorciatoie, e che la Luna deve essere vista. E da qui nasce la querelle

Il problema è che, mentre la scienza spiega come funziona il mondo naturale, la teologia si occupa di altro. Non si tratta di istituire il novilunio ma dell'annuncio. Come racconta Bigliardi, la procedura tradizionale è piuttosto elaborata e coinvolge diverse persone, sia civili che religiose. Esistono dei comitati di avvistamento, che però si appoggiano a osservatori esterni, fedelmente e adulti. E questo ovviamente vale anche in Arabia Saudita, da cui la creazione del dipartimento della luna crescente. Sempre in Arabia Saudita esistono addirittura famiglie specializzate nell'avvistamento della luna. E questo le rende ovviamente particolarmente importanti a livello sociale e politico. Poi, ovviamente, è il dipartimento di Stato, organo ufficiale, a proclamare la data di inizio dei festeggiamenti e del digiuno.  

Questa decisione è tanto teologica quanto politica, cioè risente anche di una serie di variabili (per esempio la rivalità tra diversi gruppi) che non hanno nulla a che vedere con la realtà astronomica. 

In ogni caso la festa musulmana "del sacrificio" commemora il giorno in cui il profeta Ibrahim era disposto a sacrificare suo figlio come atto di obbedienza al comando di Dio. L'Eid al Adha celebra anche il giorno che segue la fine del pellegrinaggio annuale dell'Hajj (qui uno speciale di Al Jazeera che racconta come funziona il pellegrinaggio  ).

Quest'anno segna il secondo pellegrinaggio Hajj che osservato secondo rigorose misure preventive anti Covid-19. A giugno, le autorità saudite hanno annunciato che il pellegrinaggio sarà limitato a 60 mila persone già residenti nel Regno. L'anno scorso, solo a 1.000 persone era stato permesso di eseguire l'Hajj. Quest'anno, un totale di 558.270 persone hanno fatto domanda per svolgere il pellegrinaggio musulmano e il ministero dell'Hajj e dell'Umrah ha annunciato ieri la selezione dei candidati idonei provenienti da 150 Paesi. Intanto una notizia arriva sempre dall'Arabia Saudita, a dimostrazione di importante come anche il mondo islamico cambia.
 
L'Unione delle Camere di Commercio del regno ha diramato un'ordinanza che rende volontaria la chiusura dei negozi durante gli orari delle 5 giornate del giorno. In passato era obbligatoria la chiusura, per consentire a clienti e clienti di compiere il rito . Il sistema che ha resistito a decenni di applicazione coercitiva, con la polizia religiosa che bastonava gli inadempienti, è stato spazzato via dalle riforme di facciata volute dall'erede al trono, Mohammed Bin Salman (Mbs). Per evitare la reazione dei fondamentalisti, il pretesto per l'ordinanza è la lotta ai contagi: “È ammessa l'apertura dei negozi anche nell'orario delle richieste per evitare l'affollamento dei clienti”.

E ancora.A fine maggio il ministero saudita degli Affari islamici ha diffuso una circolare in cui ordinava agli imam di utilizzare per gli altoparlanti delle moschee esterni solo, cioè l'appello del muezzin a partecipare alla preghiera rituale, e l'iqāma, la seconda chiamata alla preghiera , che ne segna anche l'inizio. A livello, questo significa che le cinque non più essere diffuso interamente attraverso gli amplificatori, come invece avveniva fino a un mese fa. La circolare stabilizza inoltre che il volume degli altoparlanti non poteva succedere un terzo potenza dei contro dispositivi e suonava legalmente chiunque violasse queste disposizioni. Con due sole eccezioni: le moschee di Mecca e Medina,  

 

La ferita delle donne egiziane

Il tema della violenza di genere in Egitto è particolarmente dibattuto da un anno a questa parte. lI 9 luglio 2020, in seguito ad una serie di denunce, il governo ha approvato un emendamento al codice penale per protezione di molestia, stupro e violenza nei processi, una vittoria per attivisti e avvocati che anni chiedevano questa misura . 

Molte attiviste egiziane sostengono che ci sia stato un cambiamento netto nel modo in cui la società e le autorità affrontano i reati di violenza sessuale. Negli ultimi anni l'epidemia di molestie è finita sempre più sotto i riflettori, in particolare dopo la rivolta che nel 2011 rovesciò l'allora presidente Hosni Mubarak, durante la quale furono segnalati molti casi di violenze dentro e fuori piazza Tahrir, epicentro della rivoluzione . 

“Dopo il 2011 le donne hanno preso posizione e hanno iniziato a svincolarsi dallo stigma sociale”, dice Soliman. “Anche la legge ha fatto passi avanti”.

Eppure, mentre lo Stato in apparenza incoraggiava le donne a venire allo scoperto con una replica progressista, la sua risposta è stata stata di segno manifestato ai singoli. 

“È cominciata con la solidarietà alle vittime, ma poi le testimonianze sono stato come donne immorali, per intimidirle e screditarle”, afferma Mozn Hassan, attivista e fondatrice del centro Nazra per gli studi femministi, un'organizzazione per i diritti delle donne. . “Lo stato deve appurare se è stato commesso un crimine, non elaborare un'opinione su quello che queste donne fanno delle proprie vite”. 

Le accuse di immoralità rivolte in particolare contro donne negli ultimi anni sono diventante sempre più diffuse in Egitto, in base a una controversa legge del 2018 sui reati informatici, che criminalizza gli atti che violano “i valori egiziani della famiglia”. 

La legge non definisce questi valori, e la sua vaghezza e ampiezza hanno permesso di usarla in molti casi recenti. Tra questi, l'arresto negli ultimi mesi di alcune donne in quello che è diventato noto come “il caso delle ragazze di TikTok”, la piattaforma diffusa tra i giovani per condividere brevi video amatoriali. 

Inoltre, come dimostra questo bellissimo lavoro digitale del New York Times , una volta che le donne denunciano gli abusi (che si tratti di abusi sessuali o di altra natura) molto spesso sono vittime delle stesse forze di polizia che proteggerle.
 

Ora un nuovo progetto di legge minacciato la condizione delle donne egiziane. 

Il progetto di legge vuole imporre la tutela di un uomo - che sia un padre, un marito o un fratello - su una donna”, ha affermato Hoda Elsadda, professoressa di letteratura dell'Università del Cairo e presidente del Women and Memory Forum. Concede persino al padre o al fratello il diritto di annullare con la forza un matrimonio tra una figlia o una sorella con un uomo se questo ha un diverso background sociale .

Le modifiche proposte alla legge sullo stato personale includono l'impossibilità per le donne di viaggiare all'estero senza il consenso di un tutor maschio e il divieto alle madri di registrare il certificato di nascita o il passaporto di un bambino.

Il disegno di legge - che ricorda molto da vicino il sistema del guardiano ancora in vigore in Arabia Saudita - è stato accantonato per il momento tra le proteste.

Ma è un chiaro segnale delle contraddizioni in atto all'interno della società egiziana. Se dovesse essere approvato l'Egitto di circa 200 anni”, ha affermato Nehad Abo El-Komsan, attivista femminista e presidente del Centro egiziano per i diritti delle donne, che ha definito il disegno di legge scivolante”.

I diritti politici delle donne egiziane sono migliorati negli ultimi anni: ci sono otto ministri donne, quasi un quarto del governo. E le donne detengono circa 168 seggi in parlamento su 569.

In base alle riforme costituzionali adottate nel 2019, le donne devono prevedere almeno il 25 per cento dei parlamentari della camera bassa.

Ma nella loro vita quotidiana le donne non hanno autorità sui propri figli o sulla propria vita personale, diritti che sono delegati agli uomini.

Nel 1956, le donne egiziane hanno ottenuto diritti politici come votare, candidarsi a cariche pubbliche e raggiungere i vertici dello stato, ma la legge sullo stato personale rimane la stessa da quando è stata approvata nel 1920”, ha affermato Elsadda .

Ma le donne non hanno la capacità giuridica che consenti loro il diritto di avere la tutela su se stesse e sui propri figli e le pone sotto il controllo dei maschi in famiglia”, ha aggiunto.

All'inizio di questo mese, il Consiglio giudiziario supremo del paese ha deciso in una riunione guidata dal presidente Abdel Fattah al-Sisi di consentire la prima volta alle donne di lavorare nell'ufficio del pubblico ministero e nel Consiglio di Stato.

Ma Omnia Taher, professore di diritto all'Università di Al-Azhar, ha affermato che la decisione è stata stata un cambiamento di facciata”.

C'è un grande timore che questa decisione porterà alla nomina un gruppo di giudici donne una tantum. La discriminazione di genere non sarà eliminata”, ha detto.

Anche Elsadda rimane scientifica sui recenti cambiamenti, evidenzia le donne che devono rilevare burocratiche con le barriere.

Il ministro che rappresenta lo Stato nei vertici internazionali non ha tutela legale sui suoi figli”, ha detto, e ad esempio non può raccogliere documenti vitali come i certificati di uscita dalle scuole "senza la presenza del padre”.

Inoltre, le donne non possono controllare i conti bancari dei loro figli, poiché i padri sono i tutori legali dei bambini.

A maggio è intervenuto nel dibattito il grande imam di Al-Azhar, con sede al Cairo, la massima istituzione teologica che rappresenta i musulmani sunniti nel mondo.

Lo sceicco Ahmed al-Tayeb ha affermato su Twitter che non esiste un editto religioso che impedisca alle donne di ricoprire posizioni di alto rango, viaggiare da sole o avere una quota adeguata dei diritti di eredità.

E ha aggiunto che i loro tutori non possono vietare loro di sposarsi senza un valido motivo”.

Ma ha omesso dire che le donne dovrebbero avere diritti uguali agli uomini.

Di base dunque tutto ciò che le donne possono fare è una concessione. 

 

Il ritorno del profeta




Con la pandemia il mondo si è fermato, i flussi del commercio internazionale si sono interrotti e il prezzo del petrolio è sprofondato. Nel giro di pochi mesi, la mappa del Medio Oriente e del Nord Africa ne è uscita sconvolta, con profonde trasformazioni nel Mediterraneo che riguardano l'Italia e gli Stati dell'Europa meridionale. Il Profeta è tornato a essere decidere nei rapporti di forza della nostra geopolitica.

Il conflitto israelo-palestinese è in una nuova fase esplosiva. Gli equilibri di tutta la regione sono minacciati da un nuovo scisma diplomatico: da un lato un'alleanza fra i paesi occidentali, guidati dagli Usa, con Israele e gli Stati arabi, dal lato opposto l'asse Fratellanza-sciiti, che unisce la Turchia , il Qatar e l'Iran a sostegno dell'Islam politico, ed è vicino a Mosca. In queste convulsioni sismiche Beirut esplode, i flussi dei migranti agitano la politica europea e il presidente turco Erdoğan cerca di restaurare a Istanbul il centro dell'Islam globale. Il terrorismo colpisce ancora, in Francia e in Austria, in nome di un jihadismo non organizzato. Vive di un'atmosfera creata da imprenditori della paura che mobilitano folle e social network nel mondo musulmano contro l'Occidente. Intanto,

Fra l'allontanamento progressivo degli Stati Uniti, la politica poco coordinata e conflittuale dell'Europa e le oscillazioni del prezzo del Mediterraneo, il Medio Oriente è sempre di più una polveriera. Con una cronaca capace di raccontare la storia in tempo reale, Gilles Kepel illumina l'intreccio degli eventi di un'area tanto complessa per comprendere i grandi sconvolgimenti del nostro mondo contemporaneo.

 

La pandemia ha riacceso la polveriera del Levante. I rapporti di forza tra le democrazie occidentali e i grandi regimi orientali, dalla Turchia alla Russia, fino alla Cina, si stanno trasformando.

Guardare a Occidente non basta più. Il nostro futuro geopolitico si decide fuori dai nostri confini, tra il Mediterraneo e il Medio Oriente.

Gilles Kepel è insegnante all'Institut d'études politiques di Parigi e tra i più importanti studiosi occidentali del mondo arabo. Le sue opere sono tradotte in più di venti lingue. Tra le più recenti uscite in Italia:  Jihad. Ascesa e declino  (Carocci, 2001),  Fitna. Guerra nel cuore dell'Islam  (Laterza, 2004),  Il profeta e il faraone  (Laterza, 2006),  Dentro il fondamentalismo (con Enzo Bianchi; Bollati Boringhieri, 2008). Con Feltrinelli è uscito  Oltre il terrore e il martirio  (2009) e  Il petrolio e il profeta  (2021).


 

L'ombra del nemico 
 
Ed eccola qui la mia creatura.  E' edita da Solferino libri e la potete acquistare nelle librerie o su Amazon. Alla fine del 2019 muore in un attentato Al Baghdadi, leader del più pericoloso gruppo terroristico al mondo. Ma chi è stato davvero, chi lo ha tradito? E davvero la sua morte ci ha messo al sicuro? Sono partita da queste per ricostruire la parabola dell’Isis negli ultimi dieci anni e lo fa in un viaggio nella storia dall’Europa al Medio Oriente e ritorno. Per capire come ha cambiato le nostre vite dalla sua nascita a oggi a partire dalla tragedia della guerra in Iraq e Siria e passando per i più gravi attentati in Europa, le violenze sulle donne curde, la caduta di Mosul e i molti grandi e piccoli eventi che hanno segnato la storia della guerra al terrore di questi anni. 
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